Sostenibile, di legno e fotovoltaico: è lo stadio del futuro

di MICHELE DI SCHINO

Il punto di partenza è il dato delle emissioni globali di carbonio provenienti dal settore costruzioni: circa il 30% proviene dal settore costruzioni. A livello internazionale sono stati definiti impegni per la diminuzione delle emissioni in atmosfera, e il tema delle costruzioni sostenibili e a bassissimo impatto ambientale è all’ordine del giorno nell’edilizia, non solo residenziale.

Sono tantissimi infatti, anche in Italia, i progetti per la realizzazione di impianti sportivi a impatto zero, ecosostenibili, energeticamente autosufficienti e ad emissioni zero.

Preliminare e fondamentale, il materiale di costruzione degli impianti. Circa i 3/4 delle emissioni di carbonio derivano infatti proprio dalle materie prime con cui è realizzato un edificio, e scegliere un materiale a ridotto contenuto di carbonio rappresenta l’elemento essenziale di una progettazione cosostenibile. Ecco perché lo stadio del futuro sarà in legno. Sostanza naturale, a basso contenuto di carbonio (il più basso tra i materiali da costruzione) e a basso impatto anche visivo, soprattutto se inserito in un contesto che del verde voglia fare il proprio marchio di fabbrica.

Avrebbe potuto essere il caso, ad esempio, dello stadio della Forrest Green Rovers, team della quarta divisione inglese e prima squadra di calcio interamente vegana, la prima ad avere uno stadio ad emissioni zero firmato dallo studio Zaha Hadid Architects: struttura quasi completamente in legno, fulcro di un eco parco di 100 acri con più di 400 mila metri quadrati di verde, campi da gioco e strutture multidisciplinari accessibili al pubblico, copertura del complesso sportivo costituita da una membrana trasparente in grado di minimizzare l’impatto del nuovo stadio con il paesaggio circostante e che avrebbe anche consentito di evitare che spettatori e giocatori fossero colpiti da un’ombra troppo marcata e all’erba del campo di crescere omogeneamente. L’idea dell’Eco Park arrivava direttamente dal proprietario del Forest Green Rovers, Dale Vince, presidente di Ecotricity, società di produzione di energie rinnovabili con sede a Stroud, città dei Rovers.

L’amministrazione di Stroud ha, però, espresso parere negativo sul progetto, anche con la motivazione che nel 2015 era stato approvato un piano locale di sviluppo (LDP) dell’area interessata, dove non è prevista la costruzione di edifici di grandi proporzioni (come uno stadio) almeno fino al 2031.

Dovremo dunque attendere ancora per uno stadio al 100% sostenibile? E se il primo fosse proprio in Italia?