Finanziamenti europei alle rinnovabili nel programma CEF

di MICHELE DI SCHINO

Ammonta a quasi un miliardo di euro (979 milioni) il finanziamento dell’Europa per le nuove infrastrutture dell’energia nell’ambito del programma Connecting Europe Facility (CEF), orientato con decisione, quest’anno, verso gli obiettivi del Green Deal lanciato dalla Commissione Ue.

L’invito a presentare proposte per accedere ai finanziamenti scade il 27 maggio 2020.

Il rapporto finale degli esperti della Commissione (Technical Expert Group on Sustainable Finance – TEG), classifica i principali settori economici (ben 70) in base alla loro capacità di adattamento a, o mitigazione dei, cambiamenti climatici, in 67 pagine di relazione e 600 di allegati tecnici.

Per tutte le 70 attività considerate (responsabili del 93% delle emissioni inquinanti europee), sono state individuate delle soglie tecniche per essere definite sostenibili, suddividendole in tre settori: low carbon (quelle con basse emissioni inquinanti, che già oggi rispettano i criteri green), transition (quelle per cui non esistono alternative green, per le quali il miglioramento individuato è collegato all’utilizzo delle tecnologie più innovative) ed enabling (cioè in grado di fornire alle altre due categorie strumenti per innalzare la propria sostenibilità).

Dal 2022 chi proporrà investimenti sostenibili e responsabili dovrà indicare la percentuale di allineamento alla tassonomia del proprio portafoglio investito.

Ma rimane un problema sostanziale: per entrare in vigore, il testo deve superare il vaglio del Consiglio europeo, cioè a dire gli interessi, economici e politici, dei singoli Stati nella sua sostanziale applicazione. Inoltre, alcune mancanze risultano particolarmente evidenti: il nucleare, ad oggi non incluso nelle attività green, e una specifica definizione delle attività dannose per l’ambiente.