Innovazione

Recovery Fund, i settori di intervento

di REDAZIONE

Il Recovery Fund rappresenta l’intervento economico più ampio nella storia delle politiche dell’Unione Europea, un intervento che si propone come la risposta alla crisi economica generata dalla pandemia, ma anche come l’occasione di interventi che contrastino i cambiamenti climatici, che al Forum di Davos 2020 sono stati individuati come l’elemento capace di mettere a rischio oltre la metà del Pil globale.

Nel distribuire agli Stati Europei le risorse, l’UE ne ha vincolato infatti l’utilizzo all’adozione di piani di politica economica che contribuiscano a “transizione ambientale, a resilienza e sostenibilità ambientale, a transizione digitale, innovazione e sostenibilità”.

La Commissione europea ha pubblicato le linee guida per usare al meglio il Recovery fund e ha indicato sette obiettivi:

1.Power up – Introduzione di tecnologie pulite a prova di futuro e accelerazione dello sviluppo e dell’ uso delle energie rinnovabili.

2.Renovate – Miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati.

3.Recharge and Refuel – La promozione di tecnologie pulite per accelerare l’uso di trasporti, stazioni di ricarica e rifornimento sostenibili, accessibili e intelligenti e l’estensione del trasporto pubblico.

4.Connect – Il rapido lancio di servizi a banda larga rapidi a tutte le regioni e le famiglie, comprese le reti in fibra e 5G.

5.Modernize – La digitalizzazione della pubblica amministrazione e dei servizi, compresi i sistemi giudiziario e sanitario.

6.Scale-up – L’aumento delle capacità di cloud di dati industriali europei e lo sviluppo dei processori più potenti, all’avanguardia e sostenibili.

7.Reskill and upskill – L’adattamento dei sistemi educativi per supportare le competenze digitali e la formazione educativa e professionale per tutte le età.

Ambiente e digitalizzazione saranno, pertanto, le grandi protagoniste dei PNRR (Piani nazionali di ripresa e resilienza) degli Stati membri, che devono contenere investimenti e riforme in grado di gettare le basi per una ripresa verde, digitale e sostenibile, che abbia al centro un’azione climatica ambiziosa alla quale si chiede di destinare almeno il 37% delle risorse complessive.

Termine ultimo per presentare il piano nazionale è il 30 aprile 2021, ma viene ribadito l’invito ai Governi a presentare una bozza già il 15 ottobre. Quando i piani saranno pronti, la Commissione dovrà valutarli e poi anche il Consiglio dovrà mettere il suo timbro. Se i piani saranno inviati a gennaio come si aspetta Bruxelles, i fondi potranno anche arrivare prima del secondo semestre