Opinioni

Non solo luci nel Recovery Fund

di MICHELE DI SCHINO

Molte luci, soprattutto la speranza di un utilizzo di una massa di fondi mai vista per riforme strutturali, ma anche qualche ombra nel Recovery Fund che l’UE ha messo sul piatto della ripresa dalla devastante crisi economica dovuta alla pandemia.

Le ombre, o meglio i silenzi, sono stati rilevati da molti osservatori ambientalisti, in primis dal WWF già prima dell’estate, che incentra la propria critica soprattutto sul fatto che la Commissione, pur impegnandosi a utilizzare la Tassonomia UE per guidare gli investimenti nella ripresa, non la include negli strumenti per il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP).

Per quanto riguarda la spesa per il clima e l’ambiente nel QFP, infatti, la Commissione ha continuato a fare riferimento alla sua precedente proposta di una spesa pari al 25% solo per l’azione climatica, senza prendere in considerazione di aumentare al 30% l’obiettivo come richiesto a suo tempo dal Parlamento europeo. Anche la quota complessiva dei finanziamenti destinati a settori chiave per la creazione di posti di lavoro green, come quelli dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, risulta essere poco chiara e sono praticamente assenti gli investimenti diretti alla tutela del patrimonio naturale.

Soprattutto, ed è una questione semantica che indica però una difficoltà di omogeneità di pensiero e di programmazione all’interno dell’UE, il principio del “non nuocere” viene menzionato una sola volta, e la Commissione afferma semplicemente che “il sostegno dovrebbe essere coerente con gli obiettivi climatici e ambientali dell’Unione”. Inoltre, il principio sembra applicarsi solo agli investimenti pubblici per la ripresa, e non ai 1.100 miliardi di euro derivanti del bilancio dell’UE, lasciando così una porta aperta ai finanziamenti dell’UE destinati ai settori inquinanti.

Medesimo discorso per quanto riguarda il PNRR italiano, riguardo al quale il WWF ha fatto un appello pubblico al Governo perché vengano chiarite le linee di intervento, e vengano indicati quali e quanti dei 100 progetti del Piano nazionale di rilancio e resilienza sono specificamente destinati ad azioni per il contrasto ai cambiamenti climatici e alla tutela della biodiversità e del territorio.