Biotech, il futuro migliore
di MICHELE DI SCHINO
Da maggio a novembre, una serie di incontri tra istituzioni, enti di ricerca, imprese, associazioni e startup per sostenere la ricerca nel campo delle scienze della vita dal laboratorio al letto del paziente, creare un ecosistema favorevole all’innovazione e ripartire dalla bioeconomia per un pianeta sostenibile: tutto questo è “Il futuro migliore” di Assobiotec-Federchimica, che ha presentato il suo “Piano per il biotech nazionale e lo sviluppo del Paese” in occasione dell’evento digitale “Biotech, il futuro migliore. Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia” tenutosi il 9 novembre.
Al termine dei lavori, sono due i documenti che delineano aree di intervento e scenari futuri del biotech in Italia: un Piano programmatico e un Documento di posizione con proposte operative per la crescita e lo sviluppo del settore, a disposizione del Governo italiano, per valorizzare la filiera del biotech e, dunque, per disegnare il futuro di un’Italia più in salute e più sostenibile.
Il piano è costituito dalle tre aree di intervento Ecosistema, Scienze della Vita e Bioeconomia, declinate in 23 proposte, con una particolare attenzione alla policy e ai piani di azione concreti e condivisi che permettano al comparto di incrementare la propria competitività su scala globale e di esprimere al meglio le sue potenzialità nella lotta alla pandemia e per una ripartenza sostenibile.
“Il Piano che abbiamo presentato oggi – ha dichiarato Riccardo Palmisano, Presidente Assobiotec – è il risultato di un lungo lavoro di confronto e condivisione su diversi temi di interesse comuni a tutto il mondo del biotech discussi, in questi mesi, con i diversi attori del comparto, ma anche con Istituzioni e rappresentanti del Governo. Siamo convinti che l’Italia abbia le capacità per competere in uno tra i settori su cui si baserà il futuro del pianeta: le biotecnologie. Il nostro auspicio oggi è che questo documento possa diventare un utile e agile strumento per i decisori politici chiamati a definire e disegnare interventi di policy. Un possibile manuale dal quale partire per far finalmente diventare il biotech motore essenziale per la salute, per l’ambiente, per la ripartenza del Paese”.
Tra le proposte avanzate un forte accento è posto sulla necessità della ricerca pubblica, con il raddoppio degli investimenti, la creazione di un’Agenzia Nazionale della Ricerca e l’istituzione di uno sportello unico per gli investitori italiani ed esteri interessati ad alta tecnologia e innovazione. Fondamentali, inoltre, le riforme fiscali, con l’introduzione di misure per l’incremento degli investimenti pubblici e l’attrazione di investimenti privati. Le proposte non riguardano, però, solamente la definizione finanziaria della crescita del settore, ma scendono anche nel concreto con la proposta, ad esempio, di riconversione dei siti industriali dismessi in bioraffinerie integrate nel territorio e la revisione del quadro normativo per consentire la sperimentazione in campo delle varietà vegetali ottenute mediante biotecnologie sostenibili.