In Italia o all’estero: nel 2021 il boom delle start up italiane
Non solo in Italia, le start up tricolore, spesso, trovano il proprio business anche all’estero. Le start up infatti di “matrice” italiana sviluppatesi però all’estero, secondo i dati l’Osservatorio di P101 sgr-Bebeez giunto alla sua sesta edizione, stanno raggiungendo quanto a mole di investimenti e fondi, quelle nate e cresciute in Italia. In cinque anni infatti le start up e le scale up (quelle cioè che hanno già fatto un pezzo del percorso di crescita) con origini nella Penisola hanno raccolto oltre 5,1 miliardi di euro, ripartiti tra i 2,9 miliardi di quelle che hanno sede in Italia e i 2,2 miliardi di quelle che sono sì italiane, ma hanno sede all’estero. “Un buon numero di queste scaleup sono società fondate da italiani che hanno creato all’estero, in particolare USA o UK, startup dal modello di business globale più facilmente sviluppabile fuori Italia” è la nota dell’Osservatorio, non necessariamente in ottica negativa, perché “l’innovazione è crossborder per definizione”, afferma Andrea Di Camillo, founder e managing partner di P101 sgr. In Italia o all’estero, comunque, lo sviluppo di start up come momento innovativo e in crescita dell’economia globale, non sembra subire battute d’arresto.