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Se l’acciaio rallenta le rinnovabili

Dei 220 GW di capacità di energia rinnovabile che dovrebbero essere installati quest’anno, 195 GW, ovvero l’88%, sono già in costruzione, con il restante 12% in varie fasi di sviluppo. Il solare fotovoltaico rappresenta il 46% della capacità totale in costruzione, seguito dall’eolico onshore (34%). Quasi il 50% della capacità in costruzione è in Asia, principalmente in Cina e India.

Ma, purtroppo, non è tutto oro nelle prospettive dello sviluppo delle energie rinnovabili nell’anno 2022 che, se da una parte è incentivato anche dalla situazione geopolitica che rende necessario per i Paesi soprattutto europei un distacco veloce dalla dipendenza dal gas d’importazione estera, è dall’altra posto in crisi proprio dalle stesse criticità geopolitiche per quanto riguarda proprio la realizzazione delle strutture che producono energia pulita. A lanciare l’allarme è Rystad energy, nella sua relazione sulle prospettive di sviluppo delle energie rinnovabili nel 2022, che prevede “una diminuzione dell’avvio di progetti, principalmente a causa dell’aumento dei prezzi dell’acciaio che ha limitato i progetti eolici onshore, poiché il costo dell’acciaio rappresenta quasi il 70% del prezzo finale degli impianti eolici. Anche il settore dei servizi fotovoltaici potrebbe essere messo sotto pressione, almeno durante la prima metà dell’anno, con gli sviluppatori che tengono d’occhio i picchi dei prezzi delle materie prime”, un rallentamento che potrà essere comunque limitato dall’aumento della capacità di produzione del polisilicio – che si prevede supererà 1 milione di tonnellate all’anno nel 2022 – che fornirà una certa tregua ai prezzi dopo un picco del 300% nel 2021.